L’essere umano è sicuramente l’animale più evoluto della terra e la sua intelligenza lo fa primeggiare sul mondo animale. Purtroppo queste capacità, a volte, ci spingono ad una presunzione tale da farci smarrire il senso della realtà. Sopravvalutiamo talmente la nostra intelligenza, da giungere a pensare di poter insegnare al nostro corpo quello di cui realmente necessita, ignorando i messaggi che esso ci comunica.
Messaggi collegati al funzionamento di tutte le azioni enzimatiche ed ormonali, che regolano il nostro corpo da milioni di anni.
Vi siete mai chiesti come mai mangiamo così tanto e spesso senza freni inibitori?
Possibile che siamo diventati tutti dei libidinosi del cibo, a tal punto da non riuscire a fermarci?
Molto spesso diamo la colpa al marketing delle società alimentari (che ci riempiono di spot pubblicitari) e ad una più che efficiente distribuzione alimentare (dovunque andiamo c’è del cibo invitante che ci aspetta).
In effetti anche questo ha il suo peso, ma vi assicuro che il principale colpevole è il cibo che mangiamo e lo stile di vita che conduciamo.
Tutti noi, soprattutto con l’avanzare dell’età, ci siamo confrontati con la paura della morte, che porta insite domande, quali:
Quando moriremo? Di quale male? Dovremo soffrire? Come avere una aspettativa di vita media più lunga?
Di solito l'aspettativa dell’essere umano è quello di vivere una vita media più lunga e sana , piena, possibilmente senza subire malattie degenerative e, visto che ci siamo, la più lunga vita possibile.
Qual é l'aspettativa di vita media imposta dalla natura, all'essere umano?
Quante volte avete sentito dire che la carne è cancerogena?
Sinceramente ad ogni conferenza organizzata per promuovere questo nuovo regime alimentare, qualcuno interviene affermando di aver sentito alla televisione o letto in una rivista specializzata o sbirciato su internet, che appunto la carne promuove i tumori.
Può essere considerata vera o quanto meno veritiera tale affermazione?
Se io vi dicessi che l’acqua può farvi annegare, sarebbe un’affermazione corretta ma subito voi mi rispondereste che l’acqua è la fonte della vita, ed il fatto che qualcuno anneghi non può farci affermare che l’acqua sia nociva per il nostro organismo.
L’efficienza del nostro sistema immunitario, determina la nostra capacità di rispondere adeguatamente alle invasioni di batteri e virus. Quindi per evitare di ammalarci dovremmo mantenere sempre alte le nostre difese immunitarie. Facile da dirsi e molto difficile da mettere in pratica. Difatti siamo sempre più sensibili alle epidemie influenzali, ed ogni anno sembra che dobbiamo prepararci ad una guerra batteriologica (tanto da spingere le autorità a consigliare le vaccinazioni di massa, ogni anno per un virus differente).
Chi ha avuto la sfortuna d’iniziare un percorso di cura per una qualsiasi malattia (per se o assistendo parenti o amici) ha sicuramente avuto l’impressione di entrare in un enorme macchina mangia soldi, dove ci si è sentiti semplicemente un numero o un paziente da spolpare. Visite specialistiche, esami con strumenti supertecnologici, interventi chirurgici, acquisto di farmaci a gò gò. Questa realtà è ancora più percepita da quei malati che sono entrati in un meccanismo di cronicità divenendo il vero affare della medicina e dell'industria delle malattie.
Se venisse posta la domanda a cento persone: a che cosa servono le fibre alimentari?, probabilmente il 99% risponderebbe che ci aiutano ad andare di corpo. Questa, permettetemi sarebbe è una risposta assai riduttiva e poco veritiera.
Vediamo veramente cosa sono le fibre alimentari e a che cosa servono. È definita fibra alimentare l’insieme dei componenti degli alimenti vegetali (infatti non c’è fibra alimentare in quelli di origine animale, come carne e pesce), che resistono all’azione degli enzimi e agli acidi digestivi umani.
Gli alimenti sono stati suddivisi in base al loro Carico Glicemico in 4 livelli ben definiti. Alimenti Carico Glicemico basso (da 0 a 10), Alimenti Carico Glicemico medio (da 11 a 19), Alimenti Carico Glicemico alto (da 20 a 30) Alimenti Carico Glicemico altissimo (oltre i 30).
Riportiamo la tabella con il carico glicemico degli alimenti:
Come abbiamo approfondito nel capitolo dedicato all’apparato digerente, uno dei tre macro elementi è rappresentato dalle proteine.
Sappiamo che le proteine una volta ingerite vengono scomposte in 20 aminoacidi ed assimilate dai villi intestinali.
Purtroppo se, prima che ciò accada, le proteine sono aggredite da microrganismi come batteri o funghi, possono subire una degradazione (tecnicamente definita decarbossilazione) in grado di produrre dei composti azotati chiamati ammine biogene.
Il cervello è tecnicamente l’unico organo che non si rigenera, in quanto le cellule cerebrali che lo compongono (i neuroni) non si replicano, rimanendo le stesse da quando raggiungiamo la vita adulta fino alla nostra morte. Dovremmo mantenere in ottimo stato i neuroni, evitando che siano coinvolti in un processo degenerativo (Alzheimer) o che inizino ad alterare la loro produzione di neurotrasmettitori (serotonina, dopamina e noradrenalina), fondamentali per governare il nostro corpo. Per esempio il Parkinson è dovuto all’incapacità dei neuroni di produrre dopamina.
L’insulina, come abbiamo già detto, si preoccupa di eliminare il glucosio dal sangue.
Cosa succede quando le riserve del fegato (70 grammi) e delle fibrocellule bianche (300 grammi) sono piene e la matrice extracellulare e tutte le cellule sono stracolme di zucchero?
A questo punto l’insulina ha un’ultima soluzione a disposizione per riportare il glucosio a livelli normali, ovvero aumentare la produzione di lipoproteine Vldl (dal fegato) e costringere le cellule adipose (adipociti) ad accelerare l’assimilazione dei trigliceridi dalle stesse.
Nel 1935 il Dottor Mc Cay e il suo gruppo di ricercatori della Cornel University dimostrarono che i topi più longevi seguivano una dieta ipocalorica (con il 30-40% in meno di calorie, riuscivano a vivere il 50% in più dei loro coetanei che si cibavano di normali quantità caloriche standard). Dopo l’autopsia, nel 50% dei topi longevi, non sono state ravvisate malattie degenerative, attribuendo la morte a cause naturali (vecchiaia). Tali risultati sono stati ribaditi negli anni successivi da scienziati di tutto il mondo, che hanno effettuato esperimenti su diverse specie animali.
Siamo a conoscenza di migliaia di persone sparse per il pianeta che hanno superato i 100 anni (il record è di 135 anni) mentre. conosciamo persone decedute prima di giungere a 70-80 anni).
Come mai questa disparità?
Molti ricercatori cercano di trovare il miracoloso gene responsabile della longevità e non di rado, leggiamo sui giornali delle ricerche sul Dna delle cellule, effettuate su popolazioni dove il numero dei centenari è notevolmente superiore alla media.
Un altro dogma della salute pubblica è il colesterolo. Molte ricerche hanno confermato che persone con quantità troppo alte di Ldl (cattive, perché ricche di colesterolo), di solito hanno anche problemi di aterosclerosi e malattie cardiocircolatorie.
Anche in questo caso, la medicina ufficiale ha fatto le indebite deduzioni: “+ colesterolo + malattie cardiocircolatorie”, quindi “- colesterolo - malattie cardiocircolatorie”. Infatti il consiglio che viene dato più spesso è quello di diminuire i cibi ricchi di colesterolo (uova, carne rossa, grassi).
Man mano che procedevo nelle ricerche che mi hanno permesso di scrivere questo libro, ho constatato, quasi provando un senso di meraviglia, l’esistenza di migliaia di reazioni enzimatiche e chimiche che regolano il nostro organismo, permettendoci di vivere, senza una nostra regia volontaria e senza malattie. La natura, con la sua perfezione, ci ha reso l’essere più evoluto del pianeta e siamo quindi, la sua opera migliore. Ad ogni essere vivente vegetale o animale della Terra, la natura ha donato un equilibrio che gli ha permesso di sopravvivere ed evolversi in ambienti ostili.
Ogni persona con problemi in sovrappeso ha tentato almeno una volta nella propria vita, una dieta dimagrante. Alcuni addirittura le hanno provate tutte, da quelle iperproteiche, a quelle con sostituti dei pasti, alle più fantasiose: solo frutta, dissociate, ipocaloriche. Gran parte delle diete possiedono un elemento negativo in comune, non funzionano! Infatti se inizialmente si ottengono dei risultati, con il passare delle settimane non si riesce più a scendere di peso. A ben vedere, questo flop non è neanche l’aspetto peggiore. Addirittura appena sospesa la dieta, il soggetto nel giro di qualche settimana, riprende i chili persi con l’aggiunta degli interessi (circa il 20% in più del peso inizialmente smaltito).
Parlare di statistiche di morte in Italia per malattie può sembrare iettatorio e probabilmente è un argomento di cui vorremmo fare a meno. Le statistiche però, anche se antipatiche, sono un valido strumento per conoscere fenomeni che altrimenti sarebbero di difficile comprensione, soprattutto per capire, in questo caso specifico, dove ci conduce la nostra dieta giornaliera, il nostro stile di vita e la carenza di micronutrienti.
Spesso di fronte a qualcuno che ci parla di possibilità di morire di qualche male, ci viene quasi spontaneo rispondere che prima o poi capita a tutti.
Già da molti anni la medicina si é preoccupata di trovare degli strumenti con i quali identificare gli alimenti con un indice glicemico in grado di stimolare il pancreas a secernere l’insulina.
Difatti più velocemente il glucosio è assimilato dai villi intestinali, maggiore sarà il glucosio che si riverserà nel flusso sanguigno, creando un alto indice glicemico (picco glicemico).
A tal punto si avrà la necessità di produrre più insulina per eliminare il glucosio presente in eccesso nel sangue.
Dimagrire realmente (senza riprendere i chili persi) migliorando la propria salute, dipende dalla conoscenza e dalla consapevolezza di quello che mangiamo. Non c’e alcuna possibilità di mantenere i risultati raggiunti con una dieta, se si tornano a mangiare gli stessi alimenti di prima. D’altronde dovremmo chiederci per quale motivo stiamo tutti ingrassando. Il motivo vero è che i carboidrati non sono alimenti sazianti ed inevitabilmente, prima o poi, arriveremo tutti al sovrappeso o all’obesità. Qual’é la soluzione ottimale?