VERITA' SULL'ALIMENTAZIONE
La verità sull'alimentazione e la vera causa delle malattie
Man mano che procedevo nelle ricerche che mi hanno permesso di scrivere questo libro, ho constatato, quasi provando un senso di meraviglia, l’esistenza di migliaia di reazioni enzimatiche e chimiche che regolano il nostro organismo, permettendoci di vivere, senza una nostra regia volontaria e senza malattie. La natura, con la sua perfezione, ci ha reso l’essere più evoluto del pianeta e siamo quindi, la sua opera migliore. Ad ogni essere vivente vegetale o animale della Terra, la natura ha donato un equilibrio che gli ha permesso di sopravvivere ed evolversi in ambienti ostili.
Ogni elemento negativo è stato riequilibrato con modifiche genetiche, che nel corso di centinaia di migliaia d’anni, hanno permesso la sopravvivenza e la convivenza di milioni di specie di esseri viventi.
Questo miracoloso equilibrio è riscontrabile tra gli animali ed i loro parassiti, tra i germi ed il loro ambiente, tra il clima e l’adattamento ad esso. Insomma la natura ha sempre trovato delle risposte agli eventi che modificavano l’habitat ripristinando l’equilibrio tra le varie specie animali e vegetali. Una straordinaria capacità che però non può essere applicata ad aventi repentini o cataclismi improvvisi.
Un esempio molto eloquente è l’estinzione dei dinosauri a causa della caduta di un meteorite. Ed allora:
Possibile che l’uomo, nella sua perfezione evolutiva sia in realtà l’animale più malato del pianeta?
Possibile che essendo programmati per raggiungere i 120 anni di età, ad appena un terzo di tale percorso ci ammaliamo di malattie, anche gravemente, se non addirittura perveniamo ad una morte prematura? Quale è la vera causa delle malattie?
Nel resto del mondo animale cosa succede?
Sicuramente non vi sarà mai capitato di vedere nei documentari, animali che soffrono di malattie come le nostre.
In effetti, avete mai visto leoni con il diabete? Giraffe obese? Ippopotami con la cellulite? O qualsiasi altro animale con una delle migliaia di malattie che affliggono l’uomo?
È la specie umana ad essere particolarmente sfortunata?
Anche volendo, illogicamente immaginare che il destino si sia accanito contro di noi, per quale motivo la natura non ha modificato il nostro Dna per farci evolvere e sconfiggere le malattie?
Le risposte a queste domande sono semplici.
Le malattie degenerative dell’uomo, derivano proprio dal nostro punto di forza, l’intelligenza (che ci rende migliori degli animali), ma che ci ha dato modo di scoprire altre modalità per cibarci, diverse da quelle ancestrali, inducendoci a cambiare la nostra alimentazione (cambiamento avvenuto solo negli ultimi 10.000 anni).
Difatti tutte le malattie che ci affliggono sono moderne, acquisite cambiando lo stile di vita, alimentazione ed aggravate con la carenza di nutrienti.
Considerato che la natura impiega centinaia di migliaia di anni per modificare il Dna degli esseri viventi, dovremo aspettare forse 100.000 anni, per risolvere, naturalmente, le nostre malattie moderne?
Credo che non possiamo permetterci di aspettare tutto questo tempo; sarebbe più sensato capire i cambiamenti che hanno modificato così radicalmente la nostra vita e che causano l’insorgenza di tante malattie e cercare di tornare alle nostre origini.
Parliamo di alimentazione e del nostro stile di vita.
Ognuno di noi è consapevole che la fonte dei nostri guai di salute dipende da ciò che mangiamo, beviamo o respiriamo. È spontaneo pensare che i cibi non siano più genuini come una volta, così ricchi di fertilizzanti, coloranti e conservanti. Inoltre assimiliamo molte sostanze chimiche pericolose, respirando polveri sottili presenti nell’aria o bevendo arsenico sospeso nell’acqua. Potremmo pensare, che le malattie moderne dipendano da tutto questo.
Ahinoi, la verità non è mai stata così lontana. Anche se tali elementi hanno una qualche influenza sul nostro stato di salute, sono ben poca cosa a confronto del cataclisma alimentare che si è abbattuto sulle nostre teste, qualche millennio fa.
Voltiamo lo sguardo indietro, risalendo alla notte dei tempi.
L’evoluzione dell’uomo ha origine diversi milioni di anni fa, da quando il mondo animale iniziò a differenziarsi ed una di queste linee evolutive, ha rappresentato l’inizio del percorso che ha portato ai primi ominidi. Si può incominciare a parlare di uomini (homo erectus) a partire da due/tre milioni di anni fa, quando il ceppo dei nostri antenati ha incominciato ad evolversi (aumento della dimensione del cervello) fino a giungere all’uomo moderno (homo sapiens sapiens).
Fino a circa 10.000 anni fa, l'alimentazione (per i mammiferi onnivori) era rappresentata da carne, uova, pesce, frutta e verdura ovvero da tutto ciò che era reperibile in natura.
L’uomo formò tribù di nomadi, dediti alla caccia ed alla raccolta.
10.000 anni fa qualcosa iniziò a cambiare. Alcuni clan incominciarono a praticare l’agricoltura iniziando a coltivare i primi cereali. Indubbiamente l’agricoltura e la pastorizia hanno permesso alle tribù nomadi di diventare stanziali e quindi di formare villaggi sempre più grandi. La semplicità di trasporto ed il mantenimento dei cereali, hanno consentito alle popolazioni di dedicarsi ad attività differenti da quelle classiche di cacciatore e raccoglitore. Immaginate infatti se al giorno di oggi dovessimo lasciare in massa la città per andare a caccia ed assicurarci il pranzo.
Come in tutte le cose della vita, anche in questa evoluzione, c’è il risvolto della medaglia.
“La rivoluzione dell'alimentazione” è stata devastante, perché i cereali (compreso il riso), lo zucchero (introdotto nel 1800) e altri prodotti dell’agricoltura come patate e legumi (amidi), sono la reale ed incredibile causa delle malattie che ci ha trasformato nell’essere più malato del pianeta!
Purtroppo ci siamo abituati a stare male, come se fosse naturale soffrire di diabete, avere l’arteriosclerosi, ammalarsi di Alzheimer o terminare la propria vita in un letto di ospedale. Le esperienze che abbiamo vissuto con amici e parenti o direttamente in prima persona, ci fanno sembrare ineluttabile il nostro destino, facendoci arrendere ad esso.
Ho definito questo modus vivendi “la fine della rana”.
Permettetemi un esempio un po’ brutale, ma utile a capire quello che sta capitando da secoli a noi sapiens sapiens.
Provate a bollire una rana viva gettandola in una pentola di acqua bollente. L’anfibio in un baleno salterà fuori. Se al contrario, prendete una pentola di acqua fredda, adagiate la rana all’interno ed accendendo il fuoco al minimo, assisterete ad una cosa incredibile. La rana si abituerà al graduale aumento della temperatura (pensando sia normale) e rimarrà a mollo nell’acqua anche quando inizierà a bollire (ovviamente morirà).
Penso abbiate capito il senso della storia.
Un simile atteggiamento è stato studiato anche nell’uomo: tendiamo ad abituarci al malessere, problemi che si addizionano uno all’altro, subendo passivamente la progressione delle malattie.
Ora siamo in grado di percepire che l’acqua in cui siamo immersi sta iniziando a scaldarsi troppo e possiamo scegliere di saltare fuori dalla pentola, prima che inizi a bollire.