IGF-1
La somatomedina o fattore di crescita Igf-1
L’Igf-1 (Insulin-Like-Growth-Factor 1, la somatomedina o fattore di crescita simil insulinico) è un ormone peptidico (formato da aminoacidi) molto potente, così denominato grazie alla sua similitudine con l’insulina, sia nella composizione che nell’utilizzare gli stessi recettori all’interno delle cellule. La funzione dell'Igf-1 è però totalmente diversa da quella dell’insulina, infatti si occupa di promuovere la crescita delle cellule del nostro corpo. La sua emivita è di soli 10 minuti, quindi ha bisogno di speciali proteine di trasporto (Igf Binding Protein: Igfbp) per rimanere attivo 12-15 ore nel nostro organismo.
Tali proteine sono prodotte dal fegato, permettendo così un rilascio graduale di tale ormone (solo l’Igf-1 libero è biologicamente attivo). L’Igf-1 è prodotto principalmente dalle cellule del fegato (in forma minore anche da molte altre cellule del nostro corpo) su stimolazione dell’ormone del Gh (rif. pag. 181).
Il Gh funge da acceleratore della produzione endogena dell’Igf-1, ma nello stesso tempo questo ormone inibisce la produzione di Gh (feedback di controllo), attivando la produzione di somatostatina (ad opera della ghiandola pituitaria). In tal modo il nostro organismo regola la giusta quantità di Igf-1. Come abbiamo detto L’Igf-1 è molto potente e riesce ad influenzare la crescita cellulare, già con una concentrazione di appena 0,2 milionesimi di grammo per millilitro sanguigno. L’Igf-1 vede la sua maggiore produzione nella pubertà, in quanto insieme al Gh ed al testosterone, promuove la crescita degli organi sessuali, dello scheletro e della massa muscolare del bambino, trasformandolo in un essere adulto. Quindi solo dopo i 20 anni di età, la produzione endogena di Igf-1 diminuisce progressivamente.
Le altre funzione dell’Igf-1
L’Igf-1 contribuisce ad attivare il metabolismo dei grassi, diminuendo in tal modo il tessuto adiposo del nostro corpo.
L' Igf-1, promuovendo la fase anabolica, stimola l’assorbimento degli aminoacidi per la costruzione dei muscoli, delle ossa (stimolando gli osteoclasti) e delle cartilagini.
Diverse ricerche stanno verificando l’utilizzo di Igf-1 per la cura di patologie quali l’osteoporosi, la distrofia muscolare, il nanismo e le malattie neuronali.
I promotori dell’Igf-1
La melatonina è un ormone essenziale per l’attivazione dell’ormone del Gh, che a sua volta promuove la produzione di Igf-1. Infatti nell’uomo adulto si riscontrano picchi di produzione endogena di Igf-1 nella fase notturna (quando è presente il picco di melatonina), soprattutto quando raggiungiamo la fase Rem.
Un altro promotore dell’Igf-1 è l’acido lattico che danneggiando le fibre muscolari, attiva di conseguenza la produzione endogena di Igf-1. Nello specifico l’attività fisica più efficace è quella che impegna le fibre muscolari di tipo 2b (fibre bianche), le quali non possedendo i mitocondri, assicurano una maggior produzione di acido lattico. Stiamo ovviamente parlando di attività sportive quali la velocità (corsa, bicicletta, aerobica) o la pesistica (non praticata con il metodo Life120).
Per quanto riguarda l’alimentazione, gli amidi e gli zuccheri causando la produzione di molte scorie acide (che danneggiano le cellule) attivano il sistema di riparazione e quindi la produzione di igf-1 endogeno.
Inoltre ci sono degli alimenti che contengono l’igf-1 prodotto da animali, che sembra agire come quello autoprodotto dall’uomo. Stiamo parlando del latte vaccino e di altri animali (capre, pecore e bufale) e dei prodotti caseari freschi (formaggi molli, mozzarella, etc.). I formaggi stagionati possiedono molto meno Igf-1 perchè le proteine di trasporto sono state degradate dal processo di stagionatura.
La diminuzione dell’Igf-1
La giusta quantità di Igf-1 è essenziale per il nostro metabolismo, in quanto la sua penuria causa un accelerazione dei sintomi della vecchiaia e delle malattie correlate. Le cause principali della mancanza di Igf-1sono riscontrabili nella produzione eccessiva di cortisolo, il quale inibisce la produzione del Gh, che a sua volta non riesce più a stimolare il fegato alla produzione dell’Igf-1.
È essenziale riuscire a dormire profondamente durante la notte (quando si registra il picco di Igf-1). Un altro ormone antagonista è l’insulina capace di eliminare l’Igf-1 dal sangue, semplicemente perchè utilizza gli stessi recettori delle cellule. Infatti la presenza dell’ormone Igf-1 impedirebbe alle cellule di subire l’azione dell’insulina e quindi tale ormone distrugge le proteine di trasporto dell’Igf-1, facendolo degradare velocemente.