ATEROSCLEROSI E ARTERIOSCLEROSI
Arteriosclerosi e l'aterosclerosi sono le patologie delle arterie e vene
L’arteriosclerosi è un termine generico per indicare un complesso di patologie delle arterie e delle vene dovuto all’ispessimento, all’indurimento ed alla perdita di elasticità (modifica della funzione endoteliale).
Le malattie degenerative correlate sono: la pressione alta, l’angina pectoris, l’infarto, l’ictus, l’ischemia e la trombosi.
L’arteriosclerosi rappresenta la malattia più importante del corpo umano e coinvolge quasi il 100% della popolazione.
Il 48,4% delle donne e il 38,7% degli uomini muoiono di arteriosclerosi (o di complicazioni legate alla stessa). Nel resto della popolazione si registrano complicanze o stati avanzati di arteriosclerosi (è la maggiore causa di invalidità), che non hanno condotto alla morte, solo perché qualche altra causa è intervenuta prima. Mantenere in buono stato vene ed arterie dovrebbe essere la nostra priorità, perché la degradazione dell’epitelio delle arterie (fenomeno chiamato scientificamente disfunzione endoteliale) è il vero motivo scatenante dell'arteriosclerosi.
La disfunzione endoteliale delle arterie
Gli endoteli delle vene e arterie producono una sostanza chiamata ossido di azoto (NO), fondamentale per la vasodilatazione del tessuto. Uno degli agenti che inibiscono questa funzione rappresentando la causa della disfunzione endoteliale (delle arterie e delle vene), sono i radicali liberi. Questi atomi instabili inibiscono la produzione dell’ossido di azoto modificando la struttura proteica dell’endotelio e causando l’aterosclerosi.
Approfondimento tecnico.
I radicali liberi (prodotti dall’ossigeno) formano i perossinitriti, che a loro volta interagiscono con le proteine endoteliali delle vene e delle arterie, alterandone la funzione.
La mancanza di biodisponibilità di NO comporta un aumento dell’infiammazione del tessuto e l’impossibilità d’inibire la endotelina-1 (che continua la sua attività di vasocostrittore). Inoltre la carenza di NO, comporta l’inibizione delle funzioni delle cellule staminali endoteliali prodotte dal midollo osseo, che non riescono a riparare le micro lesioni della parete vascolare delle arterie e delle vene.
L’aterosclerosi
L’aterosclerosi ha inizio con la rottura dell’endotelio vasale delle arterie con la formazione di placche (ateromi). Tale fenomeno colpisce qualsiasi arteria del corpo umano, ma in particolare quelle con un calibro più grande (coronarie, carotidi, arterie femorali, aorta ed arteria polmonare).
L’indebolimento dell’endotelio delle arterie (influisce molto la pressione del flusso sanguigno) permette alle lipoproteine (Ldl) di penetrare al disotto dello strato lacerato delle arterie. Il nostro corpo reagisce attivando i monociti (cellule del sistema immunitario) che considerano le lipoproteine un agente estraneo. I monociti raggiunta la lesione delle arterie, si trasformano in macrofagi, iniziando ad ingerire le Ldl depositate. L’eccessiva quantità di molecole da distruggere, trasformano queste cellule in una forma schiumosa (Foam Cells), non riuscendo più ad uscire dalla lesione delle arterie per immettersi nel flusso sanguigno.
La funzione riparatrice del nostro corpo induce la proliferazione delle cellule muscolari lisce, le quali iniziano a formare una capsula fibrosa per ricoprire l’accumulo adiposo ed i macrofagi. L’infiammazione favorisce l’assimilazione da parte dei macrofagi di altre Ldl ossidate, causando così un aumento della dimensione della placca.
Nella fase più sviluppata della malattia, il calcio che circola nel flusso sanguigno può depositarsi sulla placca, peggiorando la situazione (placca ossea). L’ateroma causa il restringimento dell’arteria ed un aumento della pressione sanguigna. Il flusso del sangue può indurre il distacco della placca mettendola in circolo. Tale conglomerato di sostanze viaggia libero nel flusso sanguigno fino ad incastrarsi in un vaso più piccolo, finendo per ostruirlo (dando luogo al fenomeno dell’ischemia). Il tessuto a valle dell’ostruzione non riceve più ossigeno e muore. Oppure può crearsi una spaccatura in grado di attivare il sistema di coagulazione (piastrine) che chiude completamente le vene o le arterie portando alla trombosi (con relativa necrotizzazione dei tessuti sottostanti).
In entrambe i casi, in base alle parti del corpo coinvolte, si può parlare di diverse patologie. Vediamole insieme.
- Il caso in cui si chiudono una o più arterie coronariche è definito infarto del miocardio.
- Se accade nel polmone, si parla d’infarto polmonare e così via.
- Nel caso invece l’occlusione accade in un’arteria femorale (molto frequente con il diabete), si può arrivare all’amputazione della gamba offesa.
- Quando sono arterie che portano ossigeno al cervello ad essere colpite, è definito ictus (capita molto spesso in età avanzata) e può provocare la paralisi di porzioni del corpo (parte destra o sinistra).
- Un’altra patologia dall’esito mortale, che coinvolge il cervello, è l’aneurisma, e consiste nella rottura di arterie(con relativa emorragia cerebrale), dovuto alla pressione del sangue ed al deterioramento delle arterie (l’aneurisma può essere anche aortico).
Altre malattie dell’arteriosclerosi
L’aterosclerosi, come abbiamo detto, coinvolge le arterie di medio e grande calibro. Il nostro sistema circolatorio è composto da centinaia di chilometri di arterie più piccole, oltre ai capillari. Se la disfunzione endoteliale è l’inizio del fenomeno dell’aterosclerosi, purtroppo per le arterie più minute il problema è ancora più esteso. Centinaia di chilometri di capillari che svolgono un ruolo fondamentale, come distribuire i microelementi (trigliceridi, aminoacidi, minerali, glucosio, ossigeno, ormoni) e portare via gli elementi di scarto. Quando i capillari si danneggiano riversano nella matrice extracellulare il sangue (ad esempio, le vene varicose che creano quell’inestetico color bluastro sulle gambe delle donne). Questo fenomeno, può causare problemi ai vari organi (fegato, reni, polmoni), i quali se non irrorati correttamente dalle arterie subiscono infiammazioni croniche, che nel tempo generano altre malattie più gravi. Inoltre dove non arriva il sangue, non possono arrivare ne le cellule del sistema immunitario (linfociti, che proteggono il tessuto dalle infezioni) ne le sostanze antiossidanti, per contrastare i radicali liberi (portando alla degenerazione del tessuto).
Il consumo di amidi e zuccheri è la causa principale dell'arteriosclerosi
L’arteriosclerosi indica una serie di malattie degenerative del nostro sistema circolatorio, che coinvolge molti tessuti ed organi (tra i quali il cuore). Per non incorrere in tali patologie bisogna mantenere in buono stato le pareti delle arterie e delle vene. La medicina ufficiale sembra dare per scontato che ad una certa età, sia normale un peggioramento dell’epitelio delle arterie e delle vene, come se volessero paragonare le arterie a dei tubi metallici, che inevitabilmente nel tempo si usurano.
Al contrario, i nostri tessuti sono vivi ed hanno una capacità di rigenerazione molto efficace, permettendoci anche in tarda età, di avere un sistema circolatorio molto efficiente. In effetti visto che il nostro corpo può arrivare all’età di 120 anni, non si comprende perché molti soggetti già a 40 o 50 anni accusino seri problemi di degenerazione del sistema cardio circolatorio e quindi delle arterie e delle vene.
Nel regno animale non esiste questa patologia, neanche nelle tartarughe che vivono 150 anni. Allora ci dovremmo domandare per quale motivo gli uomini soffrono di arteriosclerosi. Ancora una volta la responsabilità ricade sul consumo di carboidrati complessi e semplici.
Andiamo per ordine.
Innanzitutto quando mangiamo carboidrati, alziamo il livello di glucosio nel sangue fino al picco di 1,4 grammi per litro e ciò significa, fino all’80% in più del livello fisiologico di 0,8 grammi per litro. Ricordiamo che il nostro corpo ha una capacità riparativa che può essere ridotta sia dall’entità del danno da riparare che dalla disponibilità dei micronutrienti necessari.
Il glucosio presente nel sangue a contatto con le pareti delle arterie, crea delle ossidazioni che generano gli Ages e di conseguenza i radicali liberi. La presenza di tali atomi instabili inibisce la produzione di NO (ossido di azoto) da parte delle cellule endoteliali, impedendo l’effetto vasodilatatore delle vene e delle arterie. Ricorderete che l’elasticità delle arterie dipende dal delicato equilibrio tra gli effetti dilatativi di NO e gli effetti vasocostrittivi dell’endotelina-1. L’inibizione promossa dai radicali liberi contro l’ossido di Azoto lascia la parete delle arterie e delle vene nella sola fase della vasocostrizione (perché l’effetto della endotelina-1 non viene contrastato).
Inoltre anche se il nostro corpo ha la capacità di rigenerare le pareti dei vasi delle arterie e delle vene, l’eccessiva presenza di Ages gli impedisce la ricostruzione della matrice extracellulare.
Un altro aspetto da non sottovalutare è l’azione infiammatoria dei carboidrati dovuta all’effetto dell’osmosi sulle cellule epiteliali. Inoltre la morte delle cellule, causa un aumento delle cellule senescenti (dovute all’eccessiva apoptosi cellulare), rendendo ulteriormente inefficiente il tessuto stesso.
È come avere venti anni con le vene e le arterie di un novantenne.
Il glucosio inoltre genera anche un’altra patologia, l’aterosclerosi, riconoscibile dalla classica formazione di ateromi. Ciò è dovuto all’ossidazione delle Ldl che iniziano ad attaccarsi alle pareti delle arterie. Questi cambiamenti sono governati da due fattori: dal peggioramento della parete vasale delle arterie (che incomincia a spaccarsi) e dalla quantità di Ldl a contatto con il glucosio nel sangue e la loro conseguente ossidazione.
Maggiore è la quantità di glucosio nel sangue (dovuto all’assunzione di carboidrati) e più veloce sarà l’ossidazione delle Ldl e la loro capacità adesiva. Non a caso i malati di diabete hanno come conseguenza diretta le l' arteriosclerosi, che rappresentano il primo motivo di morte ed invalidità del diabetico.
Se ci pensate bene, l’alimentazione a base di carboidrati insulinici, induce una curva glicemica, che moltiplicata per 4-5 pasti o spuntini al giorno, ci pone in fase diabetica per circa 12 ore al giorno.
Un altro aspetto importante riguarda la produzione delle lipoproteine Vldl (seguito dell’assunzione dei carboidrati), che sono generate dal fegato, al fine di stipare il grasso negli adipociti. Queste Ldl restano più tempo a contatto con il glucosio e si ossidano di più delle loro colleghe, create dai villi intestinali (chilomicroni) e quindi si attaccano più facilmente alle pareti delle arterie.
Al contrario, un’alimentazione paleolitica, senza carboidrati insulinici, permette il mantenimento del livello del glucosio a 0,8 grammi per litro. Inoltre l’assunzione costante di proteine, assicura gli aminoacidi giusti (compresa l’arginina), utili nella ricostruzione dell’endotelio delle arterie e delle vene.
Concludiamo dicendo che il nostro metabolismo è in grado di riparare il sistema circolatorio fino agli ultimi giorni di vita, solo però se il livello del glucosio non supera gli 0,8 grammi per litro, e fornendolo continuamente di tutti i micronutrienti necessari a tale scopo (tra cui gli aminoacidi).
L'integrazione può essere un valido aiuto per curare l'arteriosclerosi su diversi fronti.
1) Integrare i seguenti micronutrienti per curare l’arteriosclerosi.
- La vitamina B3 funge da vasodilatatore, rimuove i lipidi dalle parete delle arterie (ateromi), diminuisce la quantità di colesterolo Ldl (cattive) ed aumenta quelle Hdl (buone). Migliora la circolazione e tende a stabilizzare la pressione alta negli anziani.
- La vitamina B7 è fondamentale per il metabolismo del colesterolo in quanto è in grado di promuovere la rimozione dei grassi dalle arterie (ateromi) permettendo alle cellule di utilizzarlo. Inoltre è stata riscontrata la sua capacità nel rafforzare il sistema circolatorio (comprese vene e capillari) riducendone anche l’indurimento (diminuzione della pressione alta).
- La vitamina C è ottima contro l' arteriosclerosi ed agisce su diversi fronti. Scioglie gli ateromi delle arterie, ripara il tessuto endoteliale e riduce il numero di Ldl (dal 15 al 20% in meno).
- La vitamina D agisce direttamente sulle cellule dell’endotelio vascolare e sui mastociti che generano la risposta immunitaria (con la formazione degli ateromi). È stata confermata una relazione inversa tra quantità di calcio che si deposita sull’epitelio (la calcificazione delle vene) e la quantità di vitamina D (maggiore è la vitamina, minore è il calcio).
- La vitamina E agisce contro l'arteriosclerosi su più fronti. Contrasta l’ossidazione delle Ldl (quando sono ossidate si attaccano alle pareti delle arterie), diminuisce l’aggregazione piastrinica (diminuendo la possibilità di trombi, coaguli ed ictus), ricostruisce le pareti delle arterie e delle vene ed ha un effetto vasodilatatore.
- Il magnesio svolge diverse azioni protettive nei confronti del sistema circolatorio. Favorisce la diminuzione della pressione sanguigna, agendo sulle cellule muscolari del cuore (facendole rilassare), prevenendo palpitazioni e battito cardiaco irregolare. È un ottimo vasodilatatore. Inibisce la coagulazione del sangue (diminuzione del rischio dell’ictus ischemico). Riduce il colesterolo.
- Il potassio favorisce la diminuzione della pressione sanguigna ed è usato per la prevenzione d’infarti e per normalizzare il battito cardiaco.
- Il rame, secondo alcuni studi ha avuto un ruolo importante nella riduzione dei danni all’aorta ed al cuore (successivamente ad eventi come l’infarto) grazie alla sua azione antiinfiammatoria. Regola inoltre la pressione sanguigna.
- Il selenio è utilizzato per fluidificare il sangue, regolare le prostaglandine e la viscosità delle piastrine (prevenendo le malattie coronariche, l’ictus e l’insufficienza cardiaca).
- Il calcio può essere usato per la cura dell’ipertensione e la sua carenza può creare ipereccitabilità o aritmie cardiache.
- L’arginina è un prezioso alleato del sistema cardiocircolatorio. L’utilizzo di tale aminoacido ha prodotto la riduzione del colesterolo totale (comprese le Ldl), la riduzione delle dimensioni degli ateromi, una diminuzione dell’aggregazione piastrinica, un effetto dilatatorio dei vasi delle arterie e delle vene e la ricostruzione dell’epitelio delle vene. È essenziale per contrastare patologie quali l’ipertensione, l’angina pectoris, l’aterosclerosi e l’ipercolesterolemia.
- La carnitina è un aminoacido il cui uso ha dimostrato una diminuzione del colesterolo nel sangue. In pazienti in cura per insufficienza cerebro vascolare, migliora la circolazione cerebrale.
- La cisteina è un aminoacido che promuove l’utilizzo del grasso da parte delle cellule, diminuendo le lipoproteine nel sangue.
- La prolina è un aminoacido utilizzato dal corpo per la ricostruzione del collagene. Con l’integrazione di prolina si è dimostrata (in combinata con la vitamina C) la ricostruzione dell’endotelio delle arterie e la riduzione dell'aterosclerosi.
- La taurina è un aminoacido utilizzato nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia. Incrementa l’efficienza e la contrattilità del cuore, aumentando l’apporto di sangue nel miocardio ed è un potente vasodilatatore (tramite la sintesi dell’ossido nitrico).
- La curcuma ha dimostrato di essere un prezioso alleato contro l’arteriosclerosi. In alcuni studi ha ridotto del 12% la quantità delle Ldl (cattive) ed aumentato del 25-30% le Hdl (buone). È inoltre un antiaggregatore piastrinico con la medesima efficacia dell’aspirina, nella prevenzione della trombosi e dell’ictus.
- Lo zenzero ha confermato le capacità per la cura dell'arteriosclerosi. In particolare si é riscontata una riduzione sulle cavie da laboratorio del 44% delle lesioni aterosclerotiche, del 27% dei trigliceridi, del 53% delle lipoproteine Vldl, del 33% delle lipoproteine Ldl (cattive) ed una riduzione complessiva dell’ossidazione e dell’aggregazione delle lipoproteine.
- I chiodi di garofano migliorano la fluidità del sangue, proteggendo le lipoproteine dall’ossidazione dei radicali liberi. Tale attività protegge il sistema cardiovascolare dall’aterosclerosi.
- L’epigallocatechina gallato ha un effetto inibitorio sull’ossidazione delle Ldl. Può inoltre ridurre il colesterolo. In uno studio di ricercatori olandesi è stata riscontrata una minore incidenza d’ictus e aterosclerosi aortica severa e meno rischi di trombosi.
- Il resveratrolo è uno del bioflavonoidi più efficaci per contrastare la patologia dell’arteriosclerosi. Gli è riconosciuta la capacità di vasodilatatore, d’inibire l’aggregazione piastrinica, di ridurre la pressione arteriosa, d’inibire la perossidazione delle lipoproteine (Ldl) e di rigenerare l’elasticità dei vasi periferici.
- La quercetina è un bioflavonoide con interessanti capacità anti arteriosclerosi. Favorisce la cicatrizzazione delle micro lesioni delle vene, impedendo la creazione delle placche aterosclerotiche. Aumenta la resistenza parietale e la permeabilità dei vasi capillari, proteggendoli da rotture ed emorragie. Ottiene una diminuzione della pressione arteriosa ed un aumento delle Hdl (buone).
- Il picnogenolo (Opc) è un polifenolo che stabilizza e protegge il collagene dei vasi, risultando molto utile contro disordini circolatori quali: infarti, edema, ipertensione, vene varicose, renitopatia. Inoltre inibisce l’ossidazione delle lipoproteine (Ldl), impedendo che si depositino sulle pareti delle arterie.
- L’esperidina anche chiamata bioflavonoide degli agrumi, ha dimostrato di riuscire ad aumentare l’efficienza del collagene e del tessuto connettivo (soprattutto quello dei vasi) riducendo la fragilità e la permeabilità delle pareti dei capillari. L’esperidina è in grado di mantenere bassi i livelli di colesterolo e può essere utilizzata nel trattamento e la prevenzione della trombosi.
2) Diminuire la quantità di glucosio nel sangue, in modo da rallentare la progressione dell'arteriosclerosi.
Elenco dei nutrienti necessari: curcuma, resveratrolo, cannella, taurina, glutammina, carnitina, arginina, potassio, magnesio, manganese, vitamina D, vitamina B1, cromo.
Le spiegazioni sul loro effetto le trovate nel capitolo Il diabete e l’integrazione.
3) Diminuire la secrezione del cortisolo, per evitare la produzione di glucosio dalla massa magra.
Elenco dei nutrienti necessari: cordyceps sinensis, schisandra, tribulus terrestris, ginseng, teanina, rhodiola rosea, magnonolo e onochiolo, tirosina, fosfatidilserina, melatonina, vitamina D.
Le spiegazioni sul loro effetto le trovate nel capitolo L’ipercortisolemia e l’integrazione
4) Contrastare la produzione di radicali liberi, Ages ed Ales in modo da evitare l’ossidazione delle lipoproteine (Ldl), dell’endotelio arterioso e venoso.
Elenco dei nutrienti necessari: esperidina, picnogenolo, quercetina, resveratrolo, epigallocatechina gallato, chiodi di garofano, origano, cannella, pepe nero, curcuma, taurina, N-acetil cisteina, molibdeno, selenio, cromo, coenzima Q10, acido alphalipoico, vitamina E, vitamina C, vitamina A.
Le spiegazioni sul loro effetto le trovate nel capitolo Il tumore e l’integrazione.